Anfiteatro Sud
proveniente da
Cagliari
liberamente ispirato a
“Le Serve” di J. Genet
regia e drammaturgia
Susanna Mameli
con
Annagaia Marchioro e Marta Proietti Orzella
musiche
Paolo Fresu
soggetto e regia video
Susanna Mameli
produzione videomapping e realtà aumentata
Michele Pusceddu e Francesca Diana
scene
Susanna Mameli
Siamo nella tana de s'accabadora. La sua serva, mentre sistema e rassetta la stanza, racconta i fatti della padrona. Attraverso il filtro dei pettegolezzi e dell'amore-odio della serva verso la sua padrona, ecco levarsi l’immagine castigata di Antonia, ora come levadora, ora come incantadora e infine accabadora. Levatrice, donna delle medicine, donna che pone fine alle sofferenze dei moribondi, ma anche figura crepuscolare solitaria, sfuggente e schiva. Si sa che da fanciulla fu abbandonata sull'altare sotto lo sguardo armato dei fedeli. Si dice di come i fiori le si appassirono in volto, si racconta di come nessuno osò fermarla e della mano pietosa che fece cigolare la porta della chiesa, consegnandola alla luce divorante del mezzogiorno. Il cielo bisogna guadagnarselo, e Antonia si fa serva e missionaria degli uomini in terra, affaticandosi a fare quello che nessuno vuole o ha il coraggio e la forza di fare: aiutare a nascere e morire. La "serva" e la "padrona" si cavano i peccati dall’anima con crudele affetto, uno ad uno, fino a che la serva rivela il gioco orrendo e chiede la Pietà che Antonia ha sempre reso altrove. Ma per Antonia, questa volta, è diverso.
Note - Accabàdora, dalla lingua sarda accabare = finire, terminare, dare fine.
In programmazione per:
Sabato 11 - ore 22,00 - PALCO B
Domenica 12 - ore 20,00 - PALCO B