RI.TE.NA Teatro
proveniente da
Napoli
regia e drammaturgia
Fabio Di Gesto
con
Francesca Morgante e Maria Claudia Pesapane
costumi e trucco
Rosario Martone
scenotecnica
Gennaro Olivieri
luci
Giuseppina Farella
foto di scena
Flavia Tartaglia
Due cameriere in un basso napoletano, giocano a ricoprire il ruolo della loro padrona. Questo continuo gioco porterà le due donne a confondere la realtà con l’immaginazione. Riusciranno le due cameriere a fermare questo gioco? Allontanandosi dal testo originale e dalla sua struttura drammaturgica, lo spettacolo ne riprende solo l’idea drammatica: “Le due serve non sono realmente serve ma rappresentano tutti coloro che sono diversi, rifiutati, reietti e relegati ai margini di una società.”( J.Genet). Per fortificare l’idea di rifiuti della società si è dato loro un linguaggio particolare, quello del “vascio” e dei vicoli di una Napoli diversa, chiassosa e plebea. Un linguaggio potente e ritmico, composto da proverbi e detti. Un linguaggio che chiarisce allo spettatore la natura delle “cammarere”. Una vera e propria ricerca linguistica, che dona impulsi alla recitazione quanto alla ricerca dei personaggi. Un napoletano non propriamente contemporaneo, ma intessuto di detti e figure retoriche che lo rendono radicato in qualcosa di antico e viscerale. Molto spesso, ciò che diventa ritmo, canzone e musica, nasce in scena, durante il flusso creativo. “La signora” de Le serve diventa, all’interno del testo, “La padrona”. “La padrona” è un personaggio astratto, è un’idea. Essa non compare mai in scena, ma è metafora di vari aspetti che la rendono la vera protagonista dello spettacolo: la lucidità delle due protagoniste; il podio-trofeo; il limite e la follia; la sessualità. Ed è così che rappresentando con le due attrici la falsificazione della femminilità, quasi sorge il dubbio che si tratti di due donne sole o due fratelli travestiti. Lasciamo al pubblico la libertà di interpretare questa storia.