proveniente da
Milano
di
Livia Castiglioni e Margherita Lisciandrano
con
Margherita Lisciandrano
regia
Francesco Errico
sound designer
Gianluca Agostini
SINOSSI
Margherita Lisciandrano è un’attrice, ma anche una dottoressa. Un medico. Sì, una laureata in Medicina e Chirurgia. Lo è veramente. Indossa il camice, come nei Medical Drama. Solo che è tutto vero. Il soggetto di questo monologo nasce da suoi pensieri sparsi, generati proprio dall’apparente contraddizione e inconciliabilità tra le due professioni, che prevedono entrambe vocazioni estreme. Vocazioni così lontane, così agli antipodi, da far presumere una lacerazione inevitabile; e invece no, tutt’altro, si fondono in questo lavoro, offrendosi come supporto l’una all’altra. L’attrice, ruba tratti, esperienze, dolori, sogni all’altra (il medico), li trasforma e crea un altro personaggio, un’altra dottoressa, un alter ego genio della medicina, e l’altra, (l’attrice), le offre il corpo e se ne fa interprete.
Una dottoressa, che è anche un’attrice, interpreta una dottoressa inventata, per raccontarci qualcosa che riguarda entrambe. Il testo è stato elaborato in quadri, in stanze, come fossero scaffali di un immenso archivio, che diventano emanazioni di stralci di vita. Un monologo che passa dall’onirico al trash. Dalla sala operatoria a un party a bordo piscina. Da una poesia studiata al liceo a un amore non corrisposto per il cuoco della propria mega-villa. Anna è la dottoressa della nostra finzione scenica. Che si trova con un bisturi in mano a tagliare lembi di pelle fragile. È precisa e ha mano ferma. Anche quando la pelle è la sua. Quanto sarà disposta a incidere? Più incidi, più è lungo il taglio, più scopri. Perché l’interno si rivela sempre, nudo e feroce, se tagli nei punti giusti. E anche se ricuci, sotto i punti ormai sai cosa c’è davvero.
TEMATICHE
La dottoressa Anna Forte è l’incarnazione di una delle “patologie sociali” che ci affliggono maggiormente: l’ambizione al successo. Tutti noi, infatti, crediamo che senza il raggiungimento di una posizione riconosciuta e affermata, non siamo niente. Misuriamo costantemente il nostro valore attraverso i successi o i fallimenti che otteniamo durante la nostra vita lavorativa, famigliare e sociale. Non percepiamo la possibilità di un’alternativa a questo giudizio: l’approvazione dell’individuo da parte della comunità è imprescindibile. Anna, dopo un percorso scolastico e carrieristico sfavillante, si ritrova modello vincente di questo meccanismo, intuendo, nel mentre, di una mancanza crescente, pulsante e incolmabile con tributi di lode e riconoscimenti. Anna ha sempre mirato alla perfezione: se sei un medico non puoi permetterti di sbagliare, se sbagli il paziente muore. Anna non ha mai sbagliato, ha salvato vite umane, tante, ma in compenso ha perso sé stessa. Lei, che si è sempre “riempita” di cose da fare per non vedere, per non sentire quel vuoto che l’attanaglia appena chiude gli occhi la notte e che la porta a porsi sempre la stessa identica domanda: è davvero così importante evitare il fallimento? Come una farfalla che sbatte incessantemente contro i vetri di una finestra, anche lei si schianta contro l’immagine perfetta che si è costruita, ma che presto rinnegherà, cercando in tutti i modi una qualche via di fuga.
LUNEDÌ 11 LUGLIO 20:30
MARTEDÌ 12 LUGLIO 22:00